
Non una celebrazione formale, ma un momento di sosta, ascolto e riconsegna del senso più profondo del servizio. Il Giubileo delle Forze dell’Ordine, vissuto nella Basilica di “Maria SS. Immacolata”, ha rappresentato per la Chiesa di Catanzaro-Squillace un’occasione significativa per riconoscere e accompagnare uomini e donne chiamati ogni giorno a custodire la sicurezza e la dignità delle persone.
La celebrazione Eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo Metropolita di S.E. Mons. Claudio Maniago, alla presenza del Prefetto Castrese De Rosa e dei rappresentanti delle principali Forze dell’Ordine e Corpi dello Stato operanti sul territorio: Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco, insieme alle Polizie locali.
Nel corso dell’omelia, Mons. Maniago ha richiamato il significato autentico del Giubileo come tempo per rallentare, per sottrarsi alla frenesia e tornare alle ragioni essenziali della vita, soprattutto in un tempo storico segnato da fragilità sociali, incertezze diffuse e nuove forme di solitudine.
Riprendendo il tema del Giubileo della Speranza, indicato da Papa Francesco, l’Arcivescovo ha sottolineato come la speranza non sia un sentimento astratto, ma una responsabilità condivisa, che interpella le istituzioni, la comunità civile e la Chiesa, in particolare nei confronti delle giovani generazioni.
Rivolgendosi direttamente agli operatori in divisa, il Vescovo ha ricordato che essere servitori dello Stato significa prima di tutto servire le persone, tutelandone la vita e la dignità, soprattutto quando si incontrano situazioni di vulnerabilità, conflitto e sofferenza.
Un servizio che non si esaurisce nell’applicazione delle norme, ma che si configura come missione quotidiana, radicata nei valori costituzionali, umani e, per chi crede, anche spirituali. Una responsabilità spesso silenziosa, segnata da sacrifici personali e da un forte carico umano.
Nel cuore della celebrazione giubilare, Mons. Maniago ha spiegato il senso dell’indulgenza, presentandola come segno concreto della misericordia di Dio: non un premio, ma un dono che sostiene chi porta pesi e responsabilità complesse, «un abbraccio in più del Padre» capace di rimettere in cammino.
Al termine della Santa Messa, l’Arcivescovo ha affidato al Signore tutte le Forze dell’Ordine, invocando su di esse la benedizione di Dio e ringraziandole per il servizio reso alla legalità, alla giustizia e al bene comune, in un territorio che ha bisogno di fiducia, coesione e speranza condivisa.

