Giubileo dei Giovani 2025: Roma accende la speranza

Dal 28 luglio al 3 agosto Roma si trasformerà nel cuore pulsante della fede giovanile: prende il via il Giubileo dei Giovani 2025, uno degli eventi più attesi dell’Anno Santo. Anche un gruppo di ragazzi dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace sono partiti per vivere questa avventura, insieme a circa un milione di giovani da 146 Paesi diversi.

Un’esperienza importante, pensata per una generazione che spesso si sente sola, confusa o senza punti di riferimento. E, invece, proprio in questi giorni, Roma diventa il luogo dove sentirsi parte di qualcosa di più grande: una comunità viva, accogliente, capace di ascoltare e di accendere speranza.

Papa Leone XIV, nell’’invitare i giovani Pellegrini a Roma, ha lanciato un messaggio chiaro: «Non abbiate paura! Accettate l’invito della Chiesa e di Cristo Signore!».

Durante la settimana non mancheranno momenti forti: preghiera, musica, testimonianze, confessioni al Circo Massimo con oltre 800 sacerdoti, incontri in tutta la Città e una veglia notturna a Tor Vergata, che diventerà per una notte il più grande “dormitorio” del mondo sotto le stelle. E poi, domenica 3 agosto, la grande messa finale con il Papa.

A rendere ancora più speciale questo Giubileo, la presenza di tanti ragazzi che arrivano da zone di guerra come Siria, Iraq, Sud Sudan e Terra Santa. Un segno forte: anche nei luoghi più feriti del mondo, la speranza non muore. Come ha detto Mons. Fisichella, «sarà un abbraccio universale, un messaggio concreto di pace».

Per i ragazzi di Catanzaro-Squillace, come per tutti gli altri, sarà un’occasione per riscoprire che la fede non è una cosa vecchia o noiosa, ma una strada concreta per dare senso alla vita, per costruire relazioni vere, per capire chi siamo davvero.

In una Roma bollente, tra sandali, zaini in spalla e tanta voglia di esserci, prende vita un Giubileo aperto, giovane, pieno di luce. Dove il Vangelo non si spiega con parole difficili, ma si racconta con gli sguardi, con la musica, con gli abbracci. Dove non esistono più “io” e “tu”, ma solo un grande “noi”.