Oblatio Mundi: la bellezza come atto di fede

Nel tempo del Giubileo, l’arte torna a parlare alla Chiesa e al mondo come linguaggio essenziale, capace di unire ciò che spesso appare diviso. La mostra Oblatio Mundi – Giubileo degli Artisti, sarà inaugurata a Catanzaro il prossimo 19 dicembre e si colloca pienamente dentro questa prospettiva: non una semplice esposizione, ma un vero e proprio gesto ecclesiale, un’offerta che nasce dall’incontro tra fede, creatività e ricerca di senso.

L’iniziativa, ospitata negli spazi del MARCA, coinvolge quaranta artisti chiamati a confrontarsi con il Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi, nel suo ottavo centenario. Un testo che continua a interrogare il presente e che, attraverso linguaggi contemporanei, viene restituito come parola viva, capace di generare domande e aprire orizzonti.

Il Giubileo degli Artisti, inserito nel più ampio cammino del Giubileo della Speranza, richiama una verità spesso dimenticata: la Chiesa ha bisogno degli artisti, così come gli artisti hanno bisogno di luoghi e comunità che sappiano accogliere il loro sguardo. L’arte, quando è autentica, non si limita a decorare, ma interpreta, provoca, custodisce la memoria e apre al futuro.

In questa chiave, Oblatio Mundi diventa segno concreto di un’alleanza possibile tra istituzioni culturali e comunità ecclesiale, tra territorio e visione, tra bellezza e responsabilità. Un’arte che non fugge dalla realtà, ma la attraversa, offrendo chiavi di lettura nuove e spesso scomode.

Nel suo intervento, l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, ha sottolineato come questa mostra risponda al desiderio di «offrire occasioni di approfondimento e di crescita attraverso l’arte», valorizzando una collaborazione capace di mettere in rete competenze, sensibilità e risorse.

Per Mons. Maniago “la bellezza non è mai fine a se stessa: essa diventa autentica quando si fa servizio, quando aiuta a leggere il mondo con occhi nuovi e a riconoscere la dignità profonda di ogni persona. In questo senso, il Giubileo degli Artisti richiama una responsabilità condivisa: quella di custodire e generare bellezza come forma di carità culturale”.

Un contributo decisivo alla realizzazione e al significato dell’iniziativa è venuto dall’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, diretto da don Maurizio Franconiere. Il suo lavoro si inserisce in una visione che supera l’idea del patrimonio come semplice insieme di opere da conservare, per proporlo invece come spazio vivo di evangelizzazione e dialogo.

Don Franconiere ha accompagnato il progetto nella consapevolezza che i beni culturali della Chiesa – materiali e immateriali – sono chiamati a parlare al presente, a creare ponti tra fede e cultura, tra passato e futuro. In questa prospettiva, la mostra diventa un laboratorio di senso, in cui l’arte contemporanea è riconosciuta come luogo teologico, capace di intercettare le domande profonde dell’uomo di oggi.

Il titolo Oblatio Mundi racchiude il cuore dell’esperienza: un’offerta che nasce dalla gratuità e si apre alla responsabilità. Come è stato ricordato durante la conferenza stampa di presentazione, la bellezza può davvero rendere il mondo più giusto quando non si chiude nell’estetica, ma si fa relazione, ascolto, provocazione.

Nel tempo del Giubileo, questa mostra consegna alla diocesi e alla città un messaggio chiaro: l’arte non è un lusso per pochi, ma una necessità per tutti. È uno spazio in cui la speranza prende forma, colore e parola.