
In un tempo segnato da ferite profonde, conflitti e fragilità diffuse, l’arte torna a proporsi non come evasione, ma come responsabilità. È questo il cuore della mostra Oblatio Mundi – Giubileo degli artisti, inaugurata al MARCA di Catanzaro, un progetto corale che coinvolge 40 artisti in un percorso condiviso capace di interrogare il presente e aprirlo a un “oltre”.
Curata da Lara Caccia, l’esposizione nasce da un’ispirazione precisa: l’omelia di Papa Francesco in occasione del Giubileo degli Artisti, nella quale il Pontefice ha ricordato come l’arte non sia mai una fuga dalla realtà, ma uno strumento per educare alla bellezza, sfidare l’indifferenza e abitare con responsabilità la complessità della storia.
«La bellezza salverà il mondo», scriveva Dostoevskij. Una citazione che attraversa idealmente tutta la mostra e che risuona con forza in un contesto storico segnato dalla violenza e dalla disumanizzazione. Oblatio Mundi assume questa intuizione come chiave di lettura: l’arte, oggi più che mai, ha senso proprio perché il mondo è ferito. Ogni artista ha dato forma, secondo il proprio linguaggio e la propria sensibilità, a un dialogo con l’Assoluto, tentando di dare parola all’invisibile, di rendere percepibile ciò che spesso resta ai margini dello sguardo. Ne emerge un itinerario plurale, non uniforme, ma profondamente unitario nell’intenzione: seminare segni di speranza.
A sottolineare il valore culturale e civile dell’iniziativa sono state le parole dell’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, che ha definito la mostra una vera e propria provocazione per l’uomo di oggi.
In una società concentrata quasi esclusivamente sulle urgenze materiali e sulle mancanze, un evento culturale potrebbe apparire marginale. «Al contrario – ha affermato il Vescovo – una mostra come questa apre una finestra di luce su un mondo spesso tenebroso». Una luce che nasce da una riflessione interiore, da un “oltre” capace di contrastare le radici profonde della violenza, della sopraffazione e della guerra.
Per Mons. Maniago, la cultura – e in particolare l’arte – è una delle vere armi pacifiche con cui costruire una società più umana: genera domande, educa allo sguardo lungo, favorisce una cultura di pace, solidarietà e fraternità.
Un valore aggiunto del progetto è rappresentato dal coinvolgimento corale delle istituzioni, che hanno scelto di mettersi al servizio della bellezza e della cultura come bene comune. Un contributo decisivo è giunto dalla Fondazione Banca Montepaone, il cui presidente Giovanni Caridi ha sottolineato come l’arte sacra contemporanea possa ancora parlare all’uomo di oggi, rendendo il mondo più giusto attraverso la forza della bellezza.
Accanto alla Fondazione, hanno sostenuto l’iniziativa la Regione Calabria, la Provincia di Catanzaro e la Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, confermando come il dialogo tra Chiesa, istituzioni civili e mondo culturale sia una via concreta per generare sviluppo umano e sociale.
Fondamentale anche il ruolo dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali, che ha accompagnato il progetto in sintonia con la visione pastorale del Giubileo, favorendo un incontro fecondo tra fede, arte e territorio.
Oblatio Mundi diventa così non solo un’esposizione, ma un impegno condiviso: continuare a credere che la cultura possa incidere sul futuro e che esperienze come questa contribuiscano a costruire, giorno dopo giorno, una società più attenta alla dignità dell’uomo e aperta alla speranza.

