
Si è svolta nella serata di domenica 28 dicembre, presso la Basilica “Maria SS. Immacolata” di Catanzaro, la solenne celebrazione Eucaristica di chiusura del Giubileo diocesano 2025, presieduta dall’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace S.E. Mons. Claudio Maniago.
Un momento intenso e profondamente ecclesiale, vissuto nella cornice liturgica della festa della Santa Famiglia, che ha segnato il compimento di un anno di grazia, di cammino e di conversione per l’intera Chiesa diocesana.
Aprendo la sua omelia, l’Arcivescovo ha voluto esprimere un sentito ringraziamento alla comunità riunita: «Per il cuore del Vescovo una celebrazione come questa è davvero di grande consolazione. Non vuole essere un momento formale, ma un vero momento di Chiesa, della nostra Chiesa».
Riflettendo sul significato della Santa Famiglia nel contesto giubilare, Mons. Maniago ha sottolineato come essa non sia soltanto un modello ideale, ma il segno concreto dell’agire di Dio nella storia: «Dio, donandoci una famiglia come quella di Gesù, Giuseppe e Maria, ha dato la possibilità anche a tutte le nostre famiglie di ritrovare la grandezza e lo splendore di essere famiglia, camminando su una via forse tribolata, ma di vera gioia».
Una speranza che – ha ricordato – trova il suo fondamento in Cristo: «La famiglia ha in Dio il suo fondamento, in Cristo nato, morto e risorto per noi il suo riferimento e la sua speranza».
Nel ripercorrere il Giubileo diocesano, l’Arcivescovo ha richiamato il cammino condiviso delle comunità, i pellegrinaggi ai santuari mariani, il passaggio della Porta Santa a Roma, le numerose iniziative parrocchiali e diocesane, vissute come segni concreti di misericordia e di rinnovamento: «Ogni nostra realtà diocesana si è messa in cammino secondo le sue possibilità, confidando nel perdono del Signore e scoprendo quanto sia illimitata la misericordia di Dio».
Particolare rilievo è stato dato anche all’esperienza ecclesiale vissuta nel corso dell’anno con la morte di Papa Francesco e l’elezione di Papa Leone XIV, letta come segno di continuità e di speranza nella guida dello Spirito Santo: «Abbiamo partecipato a uno dei momenti più importanti della vita della Chiesa, dove essa esprime in modo eminente la propria speranza, nella fedeltà al suo Signore».
La conclusione del Giubileo – ha ammonito l’Arcivescovo – non può essere un punto di arrivo, ma l’inizio di un cammino rinnovato: «Sarebbe stata un’occasione sprecata se da questo Giubileo non scaturisse un deciso impegno di cammino, per un’azione missionaria più convinta e una testimonianza più autentica di vita cristiana».
Richiamando le indicazioni di Papa Francesco, Mons. Maniago ha ribadito l’urgenza di essere segni concreti di speranza verso detenuti, ammalati, giovani, migranti, anziani e poveri: «Se abbiamo fatto qualcosa in più in quest’anno, ci impegniamo a continuare. Se la nostra attenzione è stata scarsa, oggi ci prendiamo l’impegno di iniziare».
Guardando al futuro dell’Arcidiocesi, l’Arcivescovo ha annunciato l’avvio della visita pastorale, che prenderà ufficialmente avvio domenica 26 aprile 2026, nella Basilica Concattedrale “Santa Maria Assunta” di Squillace: «Mi farò pellegrino di speranza nella diocesi, con il desiderio di aiutare tutti a incontrare ancora di più il Signore, unica speranza che non delude».
La celebrazione si è conclusa con l’affidamento alla Vergine Maria e ai santi patroni della diocesi: «Maria, speranza nostra, accompagni sempre il nostro pellegrinaggio di fede e i santi patroni Vitaliano e Agazio rendano feconda la nostra speranza».

