Convocazione diocesana conclusiva del primo biennio del Cammino Sinodale

Il primo biennio del Cammino Sinodale Diocesano è giunto al termine e domenica 4 giugno, presso la parrocchia “Santa Teresa di Gesù Bambino”, si è svolta la convocazione conclusiva per la nostra Arcidiocesi. Introducendo i lavori, don Ivan Rauti, referente diocesano del Cammino Sinodale delle Chiese in Italia, ha ricordato che “non esiste la conclusione, anzi è sempre un rilancio, ma questo percorso dei primi due anni del Cammino Sinodale della Chiesa italiana e delle nostre comunità, in qualche modo, è arrivato a un compimento” per “comprendere i frutti anche del nostro Cammino”.

Ha poi ripreso i tre verbi che Papa Francesco, lo scorso 25 maggio, ha consegnato ai delegati del Sinodo di tutte le Diocesi in Italia e che dovrebbero accompagnare il Cammino Sinodale della nostra Arcidiocesi: continuare a camminare, per “riscoprire la bellezza di camminare insieme, di confrontarci, non di scontrarci o semplicemente di dibattere, ma di ascoltare anche con rispetto, con attenzione, con equilibrio, quello che viene fuori da ogni persona, da ogni storia, da ogni vita delle nostre comunità”; fare Chiesa insieme, perché “non dobbiamo mai pensare che la Chiesa sia per gli addetti ai lavori”; essere una Chiesa aperta, che “realmente faccia riconoscere tutti a casa. A casa, dove tutti si sentono accolti per quello che sono e non per come li vorremmo o per i modelli che abbiamo in testa o nella nostra continua smania di suddividere tra buoni e cattivi il mondo, la Chiesa, la realtà”.

 

L’incontro è proseguito con la presentazione della sintesi dei lavori svolti sui cantieri sinodali da parte dei rappresentanti delle varie foranie della Diocesi e con un momento di confronto dei presenti suddivisi in gruppi.

 

Al termine ha preso la parola l’Arcivescovo, complimentandosi per la bellissima opera d’arte” fatta con i contributi di ciascuno. “Il Cammino Sinodale non è un’iniziativa pastorale qualunque”, ha ricordato Mons. Maniago, ma deve essere inserito “in quello che è il cammino ordinario delle nostre comunità” per lavorare non “per un’altra Chiesa, ma per una Chiesa diversa, una Chiesa che riscopra la freschezza della sua vita, che è una vita di comunione con Dio, anzi, oggi lo vogliamo dire, con la Santissima Trinità, espressione massima della comunione e dell’amore verso di noi”, una Chiesa aperta all’ascolto, innanzitutto della Parola di Dio, ma “un ascolto che è indirizzato proprio a tutti. In questi due anni abbiamo dato voce anche a chi si sente un pochino ai margini della comunità cristiana per tanti motivi; abbiamo dato ascolto anche a chi con la Chiesa dice di non avere niente a che fare”.

E l’Arcivescovo poi ha sottolineato che ora si apre una nuova fase del Cammino Sinodale: “Se i Vescovi, interpretando un’esortazione del Papa piuttosto insistente, dicono e aprono un’altra fase, noi ci crediamo che è lo Spirito Santo che sta indicando alla Chiesa la via e noi la vogliamo seguire” perché vogliamo “una Chiesa diversa, dove la diversità non sta in tante cose e chissà come fare, ma diversa in uno spirito nuovo, uno spirito più autenticamente missionario, parola antica, ma per noi sempre nuova, perché ci dice quello che Gesù ha detto alla sua Chiesa: “Andate, annunciate a tutti il Vangelo e battezzate”. E finché vive questo dinamismo la Chiesa è viva”.

A conclusione del suo intervento, Mons. Maniago ha ringraziato il Signore “per quello che lo Spirito ha detto alla nostra Chiesa”, ricordando che “dobbiamo impegnarci con umiltà per una Chiesa diversa, una Chiesa che siamo noi. Noi siamo la Chiesa, noi dobbiamo essere diversi, non il Papa, non i Vescovi, non i preti soltanto. Tutti dovranno essere diversi, tutti in ascolto e in obbedienza alla parola del Vangelo”.

Infine, ha ringraziato i presenti: “Vi ringrazio perché voi siete un segno importante in questo momento, siete un segno della nostra Chiesa che ci crede e si mette in gioco e dovrete essere il motore che permetta anche il prosieguo di questo Cammino, un prosieguo che dovrà vedere ancora più coinvolgimento. […] Ci impegneremo a coinvolgere ancora più fratelli e sorelle, perché così si fa una Chiesa diversa. Non ci sono altre vie che in questo momento lo Spirito ci indica. Grazie di cuore davvero e proseguiamo il nostro cammino”.

 

La serata, poi, si è conclusa con la celebrazione Eucaristica presieduta da don Ivan Rauti.