Maria ci aiuti a fare del nuovo anno una rinnovata benedizione di Dio

Pubblichiamo di seguito il testo dell’Omelia nella Santa Messa per la Solennità di Maria santissima Madre di Dio di lunedì 1 gennaio 2024 tenuta da S.E. Mons. Claudio Maniago:

 

Cari fratelli e sorelle,

cosa chiede il nostro cuore nel primo giorno di un nuovo anno? Sicuramente che sia un anno buono! Così ce lo auguriamo, un buon 2024!

Più che buono, penso che tutti intendiamo dire migliore di quello passato, se un pò riflettiamo sugli aspetti più problematici, difficili, impegnativi per la nostra persona, le nostre famiglie, la società intera, il mondo. E se pensiamo anche a quelle ferite che continuano a generare odio e violenza, nonché sofferenza inaudita a tante persone, come la guerra e una cultura che si diffonde anche in paesi cosiddetti civili, dove invece di crescere e migliorare nel rispetto degli altri, paradossalmente si arriva a delle forme di violenza che mettono in discussione anche la sacralità della vita, per cui si pensa di possedere la propria vita o di possedere la vita degli altri come fosse una cosa da usare a proprio piacimento e per il proprio piacere. Allora, senz’altro, il nostro cuore chiede che questo nuovo anno sia davvero nuovo e buono, dove novità e bontà vogliono dire davvero cambiare qualcosa.

 

E allora perché non chiedere e implorare la benedizione di Dio nel primo giorno di questo nuovo anno? Infatti, anche la Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci sottolinea come sia importante la benedizione di Dio, cioè che il primo a “dire bene” di questo nuovo anno che si apre sia Dio stesso, perché Lui lo pensa e ce lo dona ancora una volta, come un anno di grazia, dove grazia vuol dire una volta di più, l’esperienza viva, concreta, reale della sua presenza in mezzo a noi. Una presenza, lo abbiamo sentito nella seconda lettura, che è venuta per cambiare la nostra vita, per redimerla, per liberarla da tutte quelle schiavitù e catene che sicuramente sono ancora ben presenti e di cui facciamo quotidianamente esperienza. Sì, perché il male esiste, le catene del nostro orgoglio, dei nostri egoismi ci sono e addirittura c’è un sistema che regge ancora nella nostra società, nel mondo intero, dove l’interesse di una parte deve prevalere; così come il guardare all’altro come un avversario, qualcuno da sconfiggere, da superare, addirittura da schiacciare. È chiaro che sono catene che impediscono all’umanità di esprimere quella che invece è la bellezza che Dio ha messo nel creare l’uomo e la donna, nel creare l’umanità, nel creare il suo popolo. Un popolo che deve crescere in una fraternità che metta al bando ogni forma di sopraffazione dell’altro e, al contrario, nasca dal rispetto e dalla cura per tutti. In fondo noi chiediamo la benedizione di Dio, ma come può Dio non benedirci? Lui che è venuto, come abbiamo ascoltato ancora dalla sua Parola nella seconda lettura, che si è fatto uno di noi, perché noi diventassimo non più schiavi, ma figli. Come si può negare la benedizione a un figlio che te la chiede?

 

In ogni esperienza, sappiamo quanto sia duro, difficile, riconciliarsi e anche perdonare talvolta. Ma come è possibile che un padre, una madre non arrivino a benedire il proprio figlio, a perdonarlo anche in momenti così difficili e duri? E anche per azioni che sicuramente sono così problematiche e scandalose? Come può Dio non benedirci? 

 

Allora noi, oggi, siamo davanti a Lui, nella certezza che, come Dio, ci dona questo nuovo anno, Lui stesso ci dona la sua benedizione. Però la benedizione di Dio non è un atto magico che crea le cose dal niente, come se non esistessero. Talvolta ci farebbe comodo! Quante volte diciamo che bisognerebbe avere una bacchetta magica per cambiare le cose! E con questo noi ci rifugiamo in una mediocrità di vita, in un soffrire, magari anche un po’ depressi, in situazioni di cui non vediamo uscita! Non so quante volte, di fronte alle notizie che noi sentiamo, ci viene lo sconforto, non ci viene l’esclamazione di dire: “ma fino a che punto?”. Di fronte a una fatica di questo genere, la benedizione di Dio come può davvero essere efficace per noi?

 

Per questo motivo la Chiesa ci chiede di vivere con Maria il primo giorno dell’anno, insieme al dono di un nuovo tempo che ci è donato. Perché Lei ci insegna come accogliere la benedizione di Dio! In lei la benedizione di Dio è diventata una vita nuova; la benedizione di Dio ha fatto di Lei la benedetta fra le donne, in questo la più grande! Maria ha saputo accogliere a tal punto la benedizione di Dio da far nascere per noi Gesù e da essere per noi nostra Madre. Allora, guardando a Lei, noi possiamo imparare ad accogliere la benedizione di Dio. Chiediamo, impariamo da Lei ad accoglierla: questo vuol dire innanzitutto essere disponibili a mettersi in gioco, perché il nuovo anno sarà buono se noi saremo un po’ più cristiani, se noi vivremo un po’ meglio da figli di Dio. Allora potremo sperare che la nostra vita, la vita delle nostre famiglie, potrà essere davvero migliore. La benedizione di Dio, infatti, chiede (e Maria ce lo insegna) di aprire la nostra vita alla presenza del Signore, ascoltando la sua Parola, ascoltandola nel senso anche di accoglierla come via e luce della nostra esistenza, accogliendola come regola della nostra vita, perché la nostra vita sia veramente nuova. È un compito impegnativo, certo faticoso in alcuni momenti, ma di sicuro una via si apre, piuttosto che rimanere chiusi e schiavi delle nostre perplessità, delle nostre tristezze, delle angustie che questo mondo continuamente ci propina. La luce che il Signore viene ad aprirci è davvero una strada importante che ci apre la speranza, qualunque sia la nostra età, condizione, situazione; una luce che ci apre una porta su un anno in cui il Signore, con noi, potrà fare davvero cose importanti. Allora a Maria chiediamo che ci aiuti, come Lei, a dire “Eccomi!”. Perché questa è la nostra risposta, questa è la nostra preghiera, il primo giorno dell’anno civile: “Eccoci! Eccomi, Signore! Davvero voglio fare la tua Volontà! Eccomi, Signore, voglio accogliere la tua Parola e viverla come un figlio, come una figlia, voglio impegnarmi con le mie povere forze, magari sbagliando, magari inciampando, magari trovandomi di fronte a fallimenti, delusioni, disillusioni, ma voglio mettermi davvero nelle tue mani”.

 

Questa è la preghiera del primo giorno dell’anno. E ce lo insegna Lei, Maria, che sappiamo essere fianco a noi, come una madre, come qualcuno che ci vuole bene, vuole il nostro bene. E sarà sempre Maria, nel corso di tutto quest’anno, ad accompagnarci, in modo che ogni nostro passo possa trovare in Lui, in Gesù, quel “Dio con noi” che continua a camminare e a guidarci con la sua Parola e con il dono della sua Grazia.

 

Affidiamo questo nuovo anno a Maria, consapevoli delle difficoltà e delle fatiche che ci aspettano, ma anche certi che con il Signore nulla è impossibile.

E con Maria accanto, davvero i nostri passi si fanno più sicuri!