Mons. Claudio Maniago e Mons. Domenico Battaglia insieme alla festa per il 37° compleanno del Centro Calabrese di Solidarietà

Una serata ricca di emozioni e divertimento quella di mercoledì 17 maggio, organizzata dal Settore Fundraising del Centro Calabrese di Solidarietà in occasione del suo 37° compleanno, finalizzata a dare sostegno a tutte le attività del Centro per raggiungere sempre nuovi obiettivi di solidarietà e accoglienza.

A questo appuntamento non è mancata la presenza del sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, di Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, e di Mons. Domenico Battaglia, Arcivescovo Metropolita di Napoli, al fianco della presidente Isolina Mantelli.

La serata è stata condotta da Franceso Passafaro con Mario Scozzafava e Domenico Vavalà, giovani talenti del “TeatroLAB 2 ore fuori dal mondo”.

Sul palco, i due arcivescovi, non si sono sottratti alle domande degli studenti della quarta H dell’Istituto Tecnico Economico “Grimaldi-Pacioli” e della prima G dell’Istituto di Istruzione Superiore “E. Fermi” di Catanzaro:

Cosa ne pensate se ristampassimo la Bibbia adattandola ad un linguaggio più moderno? Ama il prossimo tuo come te stesso. Perché la Chiesa non aiuta il prossimo o questo succede solo in parte? Come spiegate e cosa pensate della frase scritta sui muri di Auschwitz “Se Dio esiste dovrà chiedermi scusa”? Perché avete scelto di diventare rappresentanti della Chiesa, nonostante le atrocità del passato ma anche quelle del presente?  Come interviene un vescovo davanti ai casi di pedofilia? Cosa potete dirci sul caso Emanuela Orlandi a noi ragazzi che non ne conosciamo la storia? Un ragazzo che non crede più alla vita e pensa al suicidio, la chiesa come può aiutarlo?

Ai ragazzi mons. Maniago e mons. Battaglia hanno risposto con gioia e disponibilità al confronto, raccontando e spiegando le ragioni di una fede che esce dalle sagrestie e solo allora diventa credibile (Mons. Battaglia) e di una Chiesa che deve fare di tutto per stare vicino a tutti, ma questo non va delegato solo ai vescovi o ai preti, perché la Chiesa siamo tutti noi che crediamo in Cristo Gesù (Mons. Maniago).