S.E. Mons. Claudio Maniago visita l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”

Giovedì 20 ottobre, l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace S.E. Mons. Claudio Maniago si è recato presso l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, per dedicare questa giornata alla visita di uno dei luoghi di fragilità e di speranza della Diocesi.

Nel ringraziare gli operatori sanitari e tutto personale, soprattutto per il lavoro svolto in questi anni di pandemia, Mons. Maniago ha ribadito la sua vicinanza e la sua preghiera in particolare agli ammalati, ricordando ai presenti che la Chiesa è vicina a ciascuno di loro.

 

Pubblichiamo di seguito il il testo del messaggio che il personale sanitario ha voluto rivolgere all’Arcivescovo:

A Sua Eccellenza, Il Vescovo di Catanzaro

Con grande gioia accogliamo la sua presenza in questo luogo di lavoro, denso di umanità, perché qui si vive e si assiste a quei momenti dell’esistenza umana delicati e significativi, permeati di sofferenza, timore e dolore, che accompagnano le malattie. Anche se non manca, anche qui, il sorriso della compassione e, spesso, della guarigione.

In una società dove la corsa, l’efficientismo, l’agitazione, le logiche consumistiche e materialistiche trasformano, ahimè, la vita in una catena di montaggio, mal si tollera la quiete, la riflessione, la pausa.

E l’ospedale quindi, in questa logica, viene visto come il luogo ove rimettere subito a posto le cose, e come al “pit-stop” delle gare di formula uno, si vuole che tu venga immediatamente rimesso in pista, guarito da farmaci potenti e da operazioni altrettanto rapidamente efficaci.

Ma la malattia ti costringe a fermarti, a guardarti, ad uscire da quella corsa furibonda. Ti costringe ad indossare un pigiama, a dormire davanti ad occhi estranei, a soggiacere a procedure insolite, a volte non piacevoli.

Se per una persona adulta tutto ciò può non essere piacevole, ancor di più lo sarà per un bambino. Quanto smarrimento, quanta paura, in quegli occhi spalancati e atterriti.

Ecco che qui, in Ospedale c’è un infinito bisogno di benevolenza, attenzione, calore umano, gentilezza, compassione.

Ecco perché l’Ospedale non può essere soltanto un posto di lavoro. Ecco perché non basta aver studiato per poter assistere adeguatamente un malato. È necessario tutto il tuo cuore. È necessario avere avuto esperienza della sofferenza per poterla comprendere negli altri.

È necessario attingere da Dio la capacità di guardare l’uomo. Imparare da Maria, dal suo “stabat” la capacità di stare accanto a chi soffre.

Grazie Eccellenza per assicurarci la Sua presenza, la presenza della Chiesa, di questa stupenda famiglia. Camminiamo insieme verso la meta.

 

Catanzaro, 20 ottobre 2022

Il personale sanitario dell’Ospedale Pugliese