Santa Messa in suffragio di S.E. Mons. Antonio Cantisani

Venerdì 1 luglio 2022, S.E. Mons. Claudio Maniago presso la Basilica “Maria SS. Immacolata” di Catanzaro, ha celebrato la Santa Messa in suffragio di S.E. Mons. Antonio Cantisani, Arcivescovo emerito di Catanzaro–Squillace, nell’anniversario della sua morte.

 

Nell’omelia Mons. Maniago ha evidenziato come questa celebrazione Eucaristica fosse “davvero una celebrazione familiare. Non solo per la presenza dei suoi familiari, […] ma familiare perché è una questione che riguarda la famiglia della nostra Diocesi, famiglia diocesana, che il Vescovo Antonio ha servito per lunghi anni”.

 

Continuando a parlare di mons. Cantisani, l’Arcivescovo ha confidato ai presenti che, arrivando in Diocesi, lo ha colpito “l’eco del suo ministero, che la sua presenza fosse ancora così viva”, e viva soprattutto per “la presenza di un Vescovo che amava questa Diocesi, amava i sacerdoti, amava la gente, amava stare con la gente”.

 

Mons. Maniago ha continuato ringraziando il Signore “perché ci ha dato un Vescovo come il vescovo Antonio” che si è speso per il Signore, in questa terra che amava, fino alla fine.

 

“Per noi il vescovo Antonio – ha proseguito l’Arcivescovo – è storia della Diocesi, quindi parte di quello che siamo, e parte anche di quello che saremo, non solo perché dobbiamo essere comunità del Signore, comunità che crede nella sua Pasqua, ma anche perché il suo modo di vivere la fede, il suo modo di essere ministro, Pastore in mezzo a noi ha lasciato anche un’eredità che noi dobbiamo saper compiere”.

 

Ringraziando ancora il Signore con la certezza che mons. Cantisani “continua il suo cammino nel Signore, […] con la sua passione, il suo amore, la sua vicinanza alla Chiesa che lo ha visto Vescovo, che lo ha visto Pastore”, l’Arcivescovo ha concluso esortando i presenti ad avere “gratitudine, ricordo, ma anche consapevolezza di una vita eterna, di una vita che è per lui ed è per noi sicurezza, certezza di un continuare a camminare insieme”.

 

Molto significativa, infine, la testimonianza resa da don Salvatore Cognetti che, dopo la Comunione, ha ripercorso il ministero di mons. Cantisani, ricordando che si definì “Vescovo del Concilio Vaticano II, inviato a comunicare l’unico tesoro della Chiesa, che è Gesù Cristo morto e risorto”. Tanti sono gli eventi che hanno accompagnato l’episcopato di mons. Cantisani nella Diocesi di Catanzaro-Squillace, tra cui: la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II il 5 e il 6 ottobre del 1984; una grande missione al popolo per le parrocchie della diocesi nel 1990; L’apertura del Sinodo diocesano il 6 ottobre del 1993 e la sua chiusura il 3 giugno 1995; la visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I il 19 marzo 2001, durante la quale si pregò insieme nella Cattedrale, perché si giungesse presto alla pienezza della comunione tra le Chiese; il Grande Giubileo del 2000, durante il quale vennero promosse in Diocesi tutte le celebrazioni che il Papa aveva voluto a Roma per la Chiesa universale; la celebrazione del Congresso Eucaristico diocesano nel 2001; due visite pastorali.

 

Don Cognetti ha, inoltre, ricordato la presenza di mons. Cantisani nella Commissione Episcopale della CEI per le migrazioni, come presidente, e nella Fondazione Migrantes, anche da vescovo emerito, e ha parlato del suo impegno accanto ai migranti, che lo vide in prima linea nel dicembre 1997, quando 850 curdi sbarcarono a Santa Caterina sullo Ionio e vennero ospitati dalla Diocesi nel paese di Badolato, e lo vide schierarsi a favore dei migranti nel 2002 durante la promulgazione della legge Bossi-Fini.

 

Infine, don Cognetti ha ricordato l’ultima fatica di mons. Cantisani, la pubblicazione sulla “Storia della Diocesi di Catanzaro”, libro che ancora una volta ha messo in evidenza l’amore che l’Arcivescovo emerito aveva per la sua Diocesi, per la sua gente e la sua storia novecentenaria.