XXVII Giornata della Vita Consacrata: «Abbiamo bisogno di uomini e donne che credono e testimonino il Vangelo»

Giovedì 2 febbraio, Festa della Presentazione del Signore, l’Arcivescovo S.E. Mons. Claudio Maniago ha presieduto la Celebrazione Eucaristica presso la Basilica “Maria SS. Immacolata” in occasione della XXVII Giornata della Vita Consacrata.

 

Nella sua omelia, l’Arcivescovo ha evidenziato come nel Vangelo di oggi si celebra in modo del tutto particolare un incontro: «È proprio nell’incontro con Simeone e Anna che avviene qualcosa di importante, perché questi due anziani sono davvero un uomo e una donna appassionati, appassionati perché uomo e donna di Dio, perché loro attendevano davvero il Signore e, quando incontrano tra tanti questo bambino, la loro lingua si scioglie in un canto di lode e di gioia, “perché – dice Simeone – finalmente vedo la luce che illuminerà tutte le genti”».

 

«Da una parte, una festa oggi – ha continuato mons. Maniago – che ci ricorda che quel bambino, che 40 giorni fa abbiamo venerato, guardato con tanta tenerezza al centro del nostro presepe, quel bambino è davvero Gesù, è davvero il figlio di Dio che noi abbiamo aspettato e che desideriamo incontrare nella nostra vita, perché è solo Lui che può cambiarla, la può rendere diversa».

 

L’invito, allora, in questa festa, è che il nostro cuore sappia lodare riconoscendo questo bambino, ricercando la speranza laddove si trova davvero: nelle mani e nel cuore di Dio. Per lodare davvero il Signore, bisogna «accorgerci che il Signore è in mezzo a noi, bisogna incontrarlo proprio come Simeone e Anna. Ecco il nostro impegno: vivere sempre di più l’incontro con il Signore, la sua presenza, in modo che sempre dal nostro cuore e dalle nostre labbra possa uscire un canto di lode». E dal nostro cuore «deve sgorgare anche un grande desiderio di annunciare questa buona notizia» con la nostra vita, con la nostra testimonianza.

 

L’Arcivescovo ha poi chiesto di ringraziare sempre il Signore per il dono della vita consacrata, ricordando che i religiosi e i consacrati «non sono religiosi e consacrati per sé, per salvare la propria anima, ma, se lo sono consacrati, lo sono perché devono essere un segno per tutti, devono essere un grande annuncio per noi».

 

Mons. Maniago ha concluso rivolgendosi a loro: «Vogliamo chiedere a voi carissime e carissimi che avete risposto alla chiamata del Signore […], di essere ancora più appassionate e appassionati testimoni del Vangelo. […] Abbiamo bisogno di uomini e donne che credono e testimonino il Vangelo. È questo il servizio più grande che vi vogliamo chiedere. Voi, proprio con la vostra testimonianza, ci aiutate a cercare e a incontrare il Signore».