GMG 2023: il racconto

A pochi giorni dalla conclusione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), mentre tutti ormai stanno tornando ai loro consueti impegni, la partecipazione emotiva è ancora forte al solo ricordo di quanto è stato condiviso da 27 giovani dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, durante i giorni trascorsi a Lisbona insieme ad un milione e mezzo di giovani di tutto il mondo.

 

È stata una bella ed entusiasmante esperienza di Chiesa che ha segnato un momento fondamentale nel cammino personale e di fede di ogni ragazzo. Il caldo di quelle giornate non ha spento l’entusiasmo, né attenuato il tripudio di bandiere e colori che hanno accompagnato i vari momenti della XXXVII GMG in un clima di festa e di preghiera. Tra tutte, la bandiera italiana e, al fianco, quella dell’U.S. Catanzaro, sventolata orgogliosamente dai giovani della Diocesi, le quali, alte sulle loro teste, hanno permesso al gruppo di rimanere unito anche tra la folla e di identificarsi di fronte ad altri giovani, altresì grazie al tripudio di cori tipici della tifoseria catanzarese.

 

Significative sono state le catechesi che hanno animato le mattine dal 2 al 4 agosto, organizzate nelle parrocchie ospitanti e guidate anche dai Vescovi delle Diocesi calabresi, tra cui l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace S.E. Mons. Claudio Maniago.

Ciò è servito, innanzitutto, a far sì che i giovani si lasciassero interrogare su alcuni temi e, soprattutto, che si domandassero che cosa concretamente si può fare, e come possono, su questi temi, “alzarsi e mettersi in cammino” e, quindi, darsi da fare.

 

Il primo tema ha preso le mosse da una Enciclica che Papa Francesco ha scritto sull’ecologia, sulla natura e sul creato: la Laudato si’. Il cuore del messaggio di questa importante lettera è quello di chiarire il valore morale e relazionale di ogni propria azione, pur piccola che possa sembrare. Dalle grandi multinazionali alla madre di famiglia, tutti sono invitati a riflettere sulle conseguenze dei propri comportamenti, perché essi non sono mai privati, neutri: su un pianeta come il nostro ogni gesto entra in relazione con gli altri. Il testo di Papa Francesco, in sostanza, si dirige in modo chiaro ed energico contro l’individualismo, ma non si esaurisce per questo in una condanna: è l’invito a rispettare quanto abbiamo ricevuto e a costruire insieme una creazione ancora in divenire. L’invito rivolto ai giovani è stato quello di convertirsi di più a questa ecologia, che vuol dire sì al Creato, ma non solo. Vuol dire creare un mondo dove si vive, un ecosistema dove tutti possano vivere bene, tutti, nessuno escluso.

Durante il secondo appuntamento di catechesi, i tanti giovani, si sono confrontati sui temi dell’Enciclica Fratelli Tutti, quali la fraternità e l’amicizia sociale. Questa scelta nasce dalla convinzione che nella proposta educativa di questo tempo sia imprescindibile l’attenzione alla relazionalità, ferita ulteriormente dalla pandemia globale. L’Enciclica è una chiamata ad agire come fratelli contro l’egoismo e l’individualismo che oggi caratterizza soprattutto i giovani, che sulla spinta di Papa Francesco hanno il compito di generare speranza attraverso segni tangibili.

 

Davvero intensi sono stati, inoltre, i diversi momenti vissuti nel “Campo de Graça”, luogo scelto dagli organizzatori della GMG come sede della Veglia e della Messa di chiusura presiedute da Papa Francesco. Diversi i chilometri percorsi da tutti i partecipanti per raggiungere la zona e davvero toccanti e sferzanti le parole pronunciate dal Santo Padre tra la sera di sabato e la mattina di domenica che hanno segnato in modo vivo i cuori di tutti: «Cari fratelli e sorelle […], la gioia è missionaria […]. La gioia non sta nella biblioteca, chiusa – anche se è necessario studiare! – ma sta da un’altra parte. Non è custodita sotto chiave. La gioia bisogna cercarla, bisogna scoprirla. Bisogna scoprirla nel dialogo con gli altri, dove dobbiamo dare queste radici di gioia che abbiamo ricevuto». E ancora: «Cosa portiamo con noi ritornando alla vita quotidiana? […] Rispondo con queste tre parole: brillare, ascoltare e non temere».

 

Sul palco l’immagine della Vergine Maria di Fatima, a ricordare il senso più profondo di questa GMG, inserita nella cornice evangelica lucana “Maria si alzò e andò in fretta”. «Maria compie un gesto non richiesto e non dovuto; – ha aggiunto il Santo Padre – Maria va perché ama e “chi ama vola, corre lietamente”. Questo è quello che ci fa l’amore».

 

Infine, il compito che Papa Francesco ha affidato ai giovani, al termine di questa esperienza, è che il servizio fatto in questa GMG sia la prima di tante onde di bene; ogni volta che i giovani saranno portati più in alto, più vicini a Dio, ciò gli permetterà di vedere da una prospettiva migliore la loro strada.

Dunque, il Papa chiede ai giovani di agire, di entrare in azione, per rendere dinamiche la propria vita e le proprie comunità di appartenenza. Un invito che non è passato inosservato, insieme all’appuntamento, nel 2027, a Seul, ma ancora prima il 2025 al Giubileo dei Giovani a Roma.